La storia di Bobby Shmurda, il rapper capo di una gang

Bobby Shmurda, al secolo Ackquille Jean Pollard, è un rapper originario di Miami in Florida.

La sua storia apparentemente è quella di quasi altro rapper sulla scena americana:
cresciuto in una famiglia povera, senza padre perché in carcere, trasferitosi con la madre a New York in cerca della svolta, arriva alle luci della ribalta grazie ad una canzone che tutt’oggi viene sparata a tutto volume nei ghetti USA.
Quello che lo differenzia dalla maggior parte dei suoi rapper coetanei è che la vita che dipingeva nei suoi testi non solo era vita vissuta, ma era vita che viveva anche dopo aver raggiunto il successo. La cosiddetta Thug Life, l’immagine del Bad Boy, Bobby non ha dovuto costruirsela, ci era immerso.
Era il leader della GS9, conosciuta al pubblico come gruppo rap, ma dalla gente del posto e dai federali come una gang pericolosissima di East Flatbush, NY. Quest’organizzazione si macchiava di faide tra gang, spaccio di droga, furti, sparatorie e conseguenti omicidi.
Tutto però finì, ironicamente, con l’inizio del successo del gang leader Bobby.
Nel 2014 infatti Shmurda pubblicò ‘Hot Nigga‘, che debuttò in sesta posizione nella Billboard Hot 100. Ad aiutarla a diventare virale fu la cosiddetta Shmoney Dance, ballata nel video musicale e imitata da chiunque: a partire da un soldato in Iraq su Snapchat, per finire a Beyoncé sul palco in tour.

Quello che tanti ignoravano è che i crimini di cui Bobby e i compari si vantavano nel testo, erano accaduti veramente.
I federali indagavano da tempo sulla GS9 e pur non potendo utilizzare come prova ciò che veniva confessato in ‘Hot Nigga‘, avevano raccolto abbastanza materiale per incastrare Bobby e l’intera gang.
Così a luglio Bobby raggiungeva il successo, a novembre pubblicava il suo album di debutto e a dicembre veniva arrestato con l’accusa di cospirazione di omicidio, comportamento pericoloso e possesso di droga e armi.

Il resto della gang venne arrestato tra le altre cose per spaccio, aggressione. tentato omicidio, omicidio.
Nel 2016 Bobby fu condannato definitivamente a una pena di 6/7 anni di carcere, ridotta di due anni. Questo perché tra il suo arresto e la sua condanna definitiva, il rapper floridiano aveva già speso due anni in carcere.
Facendosi quindi due conti e in base a fonti ufficiali, Shmurda dovrebbe uscire dal carcere a dicembre di quest’anno.
C’è solo un piccolo problema:
da quando le porte del carcere si sono aperte, Bobby ha proseguito lo stile di vita che aveva tra i civili.
Ha commesso infatti finora undici violazioni, tra cui aver introdotto una lama in carcere, rissa e possesso di droga. Il che non depone di certo a suo favore per la prossima udienza.
La morale è che di solito ci sono i rapper diventati criminali e i criminali diventati rapper. Bobby appartiene ad un’altra categoria ancora, è un criminale rimasto criminale, con l’hobby del rap.

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